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Lacorazza: “L’acqua risorsa strategica per il futuro della Basilicata” Depositate tre interrogazioni dal Consigliere regionale del Partito democratico
“L’acqua è un bene comune dell’umanità e rappresenta una indispensabile fonte di vita ed una straordinaria opportunità dentro i cambiamenti ed i rischi generati dai mutamenti climatici. La Basilicata, se sul piano demografico ed economico non ha il peso adeguato per essere centrale sui tavoli che contano, se sul piano infrastrutturale rischia una crescente marginalità, deve assumere la consapevolezza, innanzitutto la sua classe dirigente, che le risorse naturali sono intimamente connesse al suo destino”. E’ il concetto fondamentale alla base del pensiero del consigliere regionale del Partito democratico, Piero Lacorazza. “La strategia e le politiche, la governance e le scelte per la gestione della risorsa idrica non sono solo fatto di buon governo, che in questi non c’è stato, ma anche la capacità di conquistarsi un posto in prima fila nel Mezzogiorno e nelle Regione che contano.
Certo – puntualizza Lacorazza – c’è una emergenza idrica che non si può imputare esclusivamente alla poca pioggia di queste settimane poiché anche un bambino sa che l’estate è preceduta da un autunno ed un inverno che ‘avvisano’ della condizione che prepara la stagione in cui generalmente cade meno acqua. E su questa emergenza – fa presente il Consigliere – questa mattina abbiamo depositato una prima dichiarazione perché restino agli atti del Consiglio cause e scelte che hanno determinato e meno o più governato questa emergenza”. “Ma oltre questa attualità – continua Lacorazza – c’è una strategia che il presidente Bardi deve chiarire in termini di obiettivi, politiche ed investimenti. E deve chiarire, sia in termini di capacità di stare, dopo aver già ceduto ‘autonomia’ a Roma, nella partita più generale che presidia e condizione il governo della risorsa idrica che nell’assetto di enti che in Basilicata svolgono in qualche modo funzioni ed attività in materia di gestione della risorsa. La nascita di Acque del Sud è ancora un vulnus di ‘partecipazione’ e di ‘chiarezza’ che rischia di crescere per effetto del tentativo di ACEA e Acquedotto pugliese di stare dentro la partita societaria preparandosi alle quote che a breve saranno messe sul mercato. Ma questa dinamica rischia di piombare in Basilicata senza un equilibrio tra una importante sfida industriale e la presenza di invasi che rischiano di avvantaggiare fruitori per naturale ‘caduta’, dalla montagna verso il mare, e di farne percepire una maggiore distacco per la comunità lucana per effetto di un sollevamento che presuppone investimenti, per un uso plurimo, in opere, meccanica, tecnologie ed energia”. “Ci sono, quindi, una programmazione da fare – sottolinea l’esponente regionale del Partito democratico – valutazioni da attualizzare ed, eventualmente, ritardi da recuperare (a proposito della diga del Rendina e del Distretto G) assumendo la consapevolezza che annunci e comunicati non hanno effetti immediati sulla gestione della risorsa. Anche per questo tra il ‘dire e il fare’ conta chi ha in mano il rubinetto e la capacità di stare ai tavoli e negoziare. Peraltro, con voce soffusa – aggiunge Lacorazza – sottolineo che l’equilibrio tra sfida industriale ed investimenti, programmazione e governo della risorsa idrica richiama l’urgente responsabilità, anche per future generazioni, di avere in Regione Basilicata una corretta pianificazione tanto generale, quanto settoriale con un Piano delle Acque che, peraltro, è anche condizione abilitante per spendere le risorse comunitarie 2021-2027. Questo è il senso – precisa – della seconda interrogazione presentata al presidente Bardi”. “La terza interrogazione depositata – spiega Piero Lacorazza – entra nello specifico per chiedere chiarezza sul cosiddetto ‘Bonus Acqua’ per i lucani, l’intenzione del Governo regionale di continuare a sostenere i comuni macrofornitori e di finanziare un nuovo programma Speciale per il Senisese e progetti a sostegno di comuni che ‘bagnati’ dai laghi sostenendo per esempio la legge regionale per gli ‘Ecomusei. Case di Comunità’. Le interrogazioni sono solo un primo passo poiché chiederò – annuncia il Consigliere – con la piena funzionalità del Consiglio regionale, che le Commissioni consiliari competenti siano interessate da questi temi al fine di rendere partecipi tutti i consiglieri regionali, raccogliendo valutazioni, idee e contributi che possano definire una traiettoria chiara per il futuro, chiara e limpida come la nostra acqua che sgorga dalle sorgenti appenniniche”.
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