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Di Redazione il
E’ arrivato il momento di scendere in campo come cittadini e dimostrare che la prepotenza non paga. La legge sull’autonomia differenziata è la realizzazione della vecchia rivendicazione leghista di staccarsi dall’Italia, con una variante inedita e ancora più pericolosa: non è una regione a stacacrsi per andarsene da sola, ma una legge che stacca dalla locomotiva produttiva del Nord tutte le regioni meridionali, nella falsa narrazione che sono un peso insopportabile e tale che non permette alla parte produttiva del Paese di competere in Europa. Come dire il Nord in Europa e il Sud in Africa|. Una narrazione faziosa e bugiarda perché scritta senza conoscere la storia e senza capire niente di economia.
Le disuguaglianze storicamente sono dovute allo scippo che la finanza del Nord ha perpetrato in questi decenni, con l’acquisizione di tutte le banche meridionali, con l’accentramento dei risparmi dei meridionali, con la nazionalizzazione delle risorse petrolifere e idriche del Sud, con la progressiva estinzione degli uffici governativi e soprattutto con la fruizione gratuita dei cervelli meridionali, costretti ad andare lì dove c’era lavoro. Basterebbe fare l’elenco dei grandi manager , dei grandi medici, dei grandi economisti che ,nati al Sud, portano creatività ,competenze e innovazione in tutto il Mondo, per capire quanto sia falso quel ragionamento che purtroppo anche i grandi giornali del Nord continuano a proporre. Rivendicare l’autonomia per quelle regioni significa trattanere quella parte di entrate fiscali prodotte sui territori e che finora sono state date allo Stato per una giusta redistribuzione alle regioni meno sviluppate, affinchè le difefrenze venissero gradualmente attenuate fino a scomparire. Eliminare questo fondo perequativo significa dire che chi è ricco continua ad arricchirsi e chi è povero continua ad impoverirsi, Se questo non basta per uscire di casa e dimostrare che siamo tutti italiani in possesso di uguali diritti, destinatari degli stessi servizi e delle stessa qualità delle cure, allora significa che siamo noi stessi i primi a condannarci all’emarginazione ed alla povertà. Il problema che abbiamo, come cittadini, come dirigenti di imprese, come Sindaci, come giornalisti, come politici di varia appartenenza e come uomini di cultura è far capire a tutti , ma proprio a tutti, il rischio che stiamo correndo , trovando parole semplici ed esempi concreti per determinare un sussulto di popolo contro questa nefandezza. Fortunatamente alcuni sindacati , partiti e associazioni si stanno muovendo con un referendum abrogativo, raccogfliendo le cinquecentomila e passa firme necessarie. E se già in due giorni sono stati raccolti centomila firme, significa che possiamo arrivare ad un risultato clamoroso che imponga al Governo di fermarsi nello stipulare accordi con le Regioni che hanno chiesto le ulteriori deleghe di competenza. Fermiano questa schifezza di legge, figlia dell’avventurismo politico, dell’ignoranza e soprattutto dell’avidità di gente che è cresciuta non per meriti propri ma per avere dissanguato il Sud e averlo spremuto come un limone. Poi i conti in casa avremo ,come cittadini meridionali, modo di farlo contro una politica che non è più responsabile dell’interesse generale essendosi votata a curare interessi particolari di partito o di casta. E il referendum serve anche a dare un segnale a questa gente. Rocco Rosa
https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500020
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