sabato 12 ottobre 2024

L'OCCUPAZIONE IN BASILICATA

 -  Da  www.talentilucani.it  -


 
L’OCCUPAZIONE PRECIPITA NEL SILENZIO GENERALE 

Di Pietro Simonetti il

La situazione occupazionale e produttiva in Basilicata sta precipitando nel silenzio generale e  tra nuovi e vecchi rituali fatti di tavoli, incontri senza esiti, appelli inascoltati.
La recente audizione dell’Ad di Stellantis in commissione parlamentare indica un disimpegno che sconfina impudentemente  nella richiesta di incentivi per dare possibilità agli italiani di comprare una macchina.
I punti di crisi in Basilicata aumentano a partire dall’indotto del petrolio, quindi dalla Total,che, ricordiamo, non ha mantenuto neanche l’impegno di realizzare la fabbrica di assemblaggio di droni.Una delle tante promesse.
Dobbiamo ricordare che nell’area di Melfi,in circa tre anni si sono persi, tra Stellantis e fornitori, circa 3000 posti anche a seguito degli accordi per incentivi alle dimissioni sottoscritti da alcune organizzazioni sindacali.
 
 
 
Un “autodafé” che sarà studiato a lungo nei prossimi anni per comprendere un particolare aspetto della rappresentanza sindacale e del suo sostaziale appoggio  alla controparte padronale che praticava e pratica la dismissione.
La vicenda della Favorit di Tito, ex Calzaturificio Gardenia di Potenza, con tanti contributi statali, assomiglia molto a quella della ex Firema che ha chiuso l’azienda in Basilicata  per spostare altrove le lavorazioni .
Proprio quest’ultima storia fatta di incontri, locali e nazionali, richiama alla memoria l’esito della reindustrializzazione e rioccupazione dei dipendenti rimasti alla Comes 2 di Tito con il contributo regionale di 4 milioni gestito dal Dipartimento sviluppo, il quale, contattato, non da notizie su riassunzioni ed attività  produttive promesse.
Si stanno consultando da mesi con le strutture di avviamento al lavoro e di controllo. Ci sono state dimissioni incentivate tipo quelle di Stellantis? Attendiamo di conoscere cosa è accaduto veramente.
Nel contempo nelle aree industriali gestite da Api-Bas regna il fermo: da due anni nessuna nuova assegnazione né recupero dei capannoni inutilizzati, nessuna bonifica e soprattutto nessun piano della gestione dei servizi, mentre della liquidazione dell’ Asi non ci sono tracce documentali per i creditori ed altri 
Un quadro del declino sempre più vasto e geometrico che viene digerito con la perenne ritualità dell’attesa e della speranza.
Anche a livello delle parti sociali si registrano prese di posizioni, denunce postume, richieste di concertazione, patti sociali, varie ed eventuali.
Non si vede un colpo di reni, una reazione, una piattaforma comune che metta in movimento i lavoratori, i disoccupati: tutto  troppo per una società che si è adagiata fatalisticamente. La foto dell’incontro in Regione per la vertenza Favorit è l’immagine della subalternità raggiunta dal mondo del lavoro, con gli operai in ascolto dietro la finestra, a significare emblematicamente l’esclusione.
 
 


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