martedì 30 novembre 2021

BOMBE SU MARATEA

NEL  RICORDO  DI  BIAGIO  SCHETTINO  in  "MEMORIE DI UN MAESTRO"  - Tip. San Francesco - Sapri  -  Ristampa  Arduino Sacco Editore  2016.


"IL  15  AGOSTO  1943"


"Anche Maratea doveva provare il momento del terrore e della paura e li provò la notte del 15 agosto, quando un ricognitore americano roteò come un falco sulla nostra cittadina e quando, poco dopo, 17 bombe furono sganciate da un altro apparecchio e il loro scoppio, verificatosi nella valle del Largo Monastero, fin verso zia Pagana, atterrì la popolazione che, come sempre, nei grandi dolorosi eventi implorò la misericordia del suo Protettore San Biagio e la Divina Vergine di Fatima, alla quale successivamente la pietà della Signorina Anna Iannini si fece promotrice dell'erezione di un'artistica cappella in suo onore, in località S. Caterina.

I danni del bombardamento si ridussero, fortunatamente, alla rottura dei vetri delle imposte di moltissime case ed alla rottura delle tegole causate dalle schegge. Nessun danno alle persone ebbe la popolazione.

Unica vittima fu un maiale, che perì dilaniato da una bomba che cadde proprio sul suo porcile, nei pressi del Largo Monastero.

Il terrore provato nella notte del 15 agosto consigliò buona parte della popolazione a sfollare nelle campagne circostanti.

Anche io, coi miei, sfollai a Massa nella casa paterna, abitata dalle sorelle.

Nella mia qualità di Presidente dell'Istituto De Pino dovetti provvedere al trasloco a Massa anche di 14 Suore del Convitto, per le quali chiesi ed ottenni dal Comune l'uso di due aule scolastiche.

Furono duri giorni di sacrifici".

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È naturale  che i marateoti più giovani pensino al 15 agosto e ne abbiano esperienza unicamente come un giorno di festa ma è importante non dimenticare quei “duri giorni di sacrifici” dell’estate del 1943, allorquando anche il nostro paese, per fortuna, fu solo appena lambito dalla guerra ed ebbe modo di assistere, nel suo piccolo, alle vicende successive all’ 8 settembre, data dell’armistizio, con inizio di un grave sbandamento delle truppe in balia della confusione e del disordine.

Scrive il maestro Schettino in proposito:

“Ricordo le interminabili file di soldati fuggiaschi che, nella confusione di ordini e di contrordini, di resistere e di cedere, pigliavano la via di casa, a piedi, per giornate interminabili, esponendosi ad infiniti pericoli da parte dei tedeschi che vedevano in ogni italiano un nemico.

I servizi ferroviari erano interrotti e non più funzionanti e lungo le linee ferrate interminabili colonne di soldati procedevano a piedi.

Vi erano quelli provenienti dalla Sicilia e dalla Calabria che cercavano di raggiungere le loro case verso il nord e quelli provenienti dal nord che cercavano di raggiungere la Sicilia.

Lo spettacolo offerto da quella enorme massa di sbandati resterà sempre vivo e presente in quelli che ne furono gli attori ed in quanti furono spettatori di una situazione tanto triste e dolorosa”.

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C’era stato l’armistizio ma la guerra, purtroppo, non era ancora finita…


 

 

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