Craco (Matera) |
Articolo di Nicola SAVINO*
E se a causa del malaugurato disastro ambientale la Basilicata si ripopolasse?
Il Presidente Draghi ci ha incoraggiato <teniamo vivi i sogni> ..e noi vorremmo sognare un ripopolamento fondato sullo sviluppo! Ma questo, a sua volta, presuppone si contenga la CO2 entro l’1,5 %, come ribadito dal G20 di Roma ma non assicurato dal G”6 di Glasgow. Ma la conversione energetica non si prevede facile a) per le posizioni di Cina, India, Russia, Brasile …principali consumatori dell’ambiente; b) per l’enorme difficoltà di sostituire i combustibili fossili -carbone, petrolio, gas etc- e di ridimensionarli con la diffusione delle foreste; c) per le complicazioni burocratiche d) e culturali, che la gigantesca conversione implica; e) per il contenzioso tra gli Occidentali che hanno inquinato dall’ 800 e le difficoltà del risarcire dai loro discendenti.
Discordanza dei calendari a parte (2060/70), la sostituzione dei fossili è impresa ardua già sul versante quantitativo (per sostituire un litro di benzina con energia rinnovabile, pare occorrano 400 mq di pannelli in presenza di sole). Sicché, o si risolve radicalmente passando all’energia con l’idrogeno (in sperimentazione da Eni) o si accetta il ritorno al nucleare con tecnologie evolute e più sicure (tenendo conto che già ce ne serviamo dalla Francia).
E però, rimanendo in casa nostra, è realistico che le posizioni culturali largamente prevalenti consentano nuove centrali se nemmeno riusciamo a concordare un sito unico per la “sepoltura” delle scorie? E’ facile dire- ed è comune a tutte le aree – “non nel mio giardino”; ma per lo scopo finale non sono risolutivi né i cortei né i presidi di resistenza!
< Alzare una pala eolica può complicare il volo degli uccelli, o deturpare la vista dei nuraghi”, come in provincia di Sassari, dove l’investimento di 130 mln di Erg è sfuggito>. Persino gl’impianti in mare <richiesti…al largo di Puglia, Sicilia e Sardegna, si fanno solo se Terna costruisce gli elettrodotti con la terraferma; ma Terna investe ..solto se sicura che gl’impianti ..si faranno. Una garanzia che nessuno può dare! >..<Di tempo però ce n’è poco, e se passa in discussioni, i 5,9 mld del Pnrr > pur a debito,<potrebbero andare sciupati>.
Altrettanto se le Regioni non individuano in 6 mesi i terreni dove consentire gl’impianti, intorno ai quali sono peraltro possibili anche speculazioni! E se tante difficoltà per solare ed eolico in un Paese civile ed avanzato, cos’altro di più in India o Brasile o Africa ed in genere nel cosiddetto terzo mondo ? Con l’aggiunta che ha questi rivendicano il diritto di migliorare la vita delle proprie popolazioni, spesso rimaste indietro a causa del colonialismo!
Ha dunque più che ragione Greta quando denuncia il flop di Glasgow e di altro; ma il fatto si è che i modi di pensare e gl’interessi reali si sono a tal punto ingarbugliati che anche se l’Onu avesse il potere di farlo e la nominasse Commissaria straordinaria per la conversione energetica (al minimo, per la sola Italia), lei medesima si ritroverebbe a non poter concludere un “gran che”!
Dunque, un groviglio difficile da dipanare anche con le migliori intenzioni! E dunque, cosa c’entriamo in tutto questo con la nostra Basilicata?
C’entriamo in entrambi i casi: se la matassa si dipanasse a favore di uno sviluppo diverso, dovremmo essere compensati della chiusura dei pozzi non solo con impianti per la produzione di energia alternativa ma anche con fabbriche compatibili con le nuove fonti; se invece i tempi della conversione slittassero, lo scatenarsi dei cicloni e l’elevarsi del livello dei mari spingerebbero al rientro quanto meno i discendenti dei lucani un tempo emigrati! Ad eccezione del Metapontino, infatti, tutto il resto del nostro territorio si presenterebbe come un paradiso terrestre, con aria ancora respirabile e case vuote a poco prezzo; con in più molte prove che qui si campa più di cent’anni! Ovviamente, avendo risanato il territorio dalle frane e dotato il territorio di decenti collegamenti stradali e ferroviari.
Sicché, questa essendo la condizione necessaria per entrambi gli scenari ipotizzati, non sbaglierebbe l’ineffabile Presidente Bardi se richiedesse ai suoi riferimenti della Destra nazionale di farci finanziare (invece di opere inutili al Nord) “i nostri sogni vivi” almeno dall’Unificazione! ns
* Già Parlamentare e Sottosegretario
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