Nella nostra situazione, cosa s’intende per “qualificata”? Che sia gratificante per chi è coinvolto, che riguardi prevalentemente i giovani, e che produca vantaggi.
Non fa invece “bene” quella che assomiglia ad un “sussidio di sopravvivenza” e che, nell’anno, predisponga a quello di disoccupazione. Una formula che sopravvive dal lontano Dopoguerra, quando, col pasto erogato dalla POA (Pontificia Opera di assistenza) più 500 lire al giorno si rattoppavano i viottoli dei Paesi. Soluzioni necessarie durante le fasi di emergenza, ma da estinguere prima che si degradi il concetto di “lavoro per il pubblico” che mortificano sia chi ne beneficia (a ben osservare, con turni del 15% di reale impegno) sia l’interesse generale con una produttività quasi nulla ( forse recuperabile con affidamenti a privati che siano vincolati alle liste degli addetti residuali). Per di più-e per fortuna- la formula in atto non riguarda i giovani, ai quali guardano invece i due versanti di cui sopra, che perciò, essendo produttivi, sono anche utili a contrastare lo spopolamento.
L’opportunità degli asili dovrebbe concretizzarsi già dal prossimo anno, perché introdotto nel Bilancio con la manovra 2022. Per iniziativa della Ministra Carfagna, si abolisce il criterio storico (con la priorità al Centro-Nord che già ne disponeva) introdotto dal sen. Calderoli (Lega), sempre malevolmente abile ad approfittare della scarsissima attenzione dei parlamentari meridionali.
Insomma, s’inizia ad applicare l’obbligo costituzionale per i Livelli essenziali delle prestazioni –LEP (art 117), che, insieme a quelli per l’assistenza (LEA), lo Stato “si è impegnato” ad attivare da anni su tutto il territorio nazionale.
Se dunque Regione e Comuni staranno attenti, come necessario nelle fasi di avvio di ogni importante novità, a breve dovrebbero essere istituiti numerosi asili nido: per l’occupazione giovanile e femminile e ad un vantaggio del processo formativo molto rilevante ma ancora non ben considerato al Sud! Ed infatti, al 6 luglio 2021, i dati davano i “servizi per la prima infanzia” al 49,40 % a Firenze, al 37,80% a Milano (ben oltre il 33% concordato a livello europeo), ma al 16,30 a Bari- 12,80 a Napoli - 11,80 a Palermo e 6,80 a Catania.
Questo nelle Città, ma probabilmente con deficit molto maggiori da colmare (e quindi con un più consistente numero di posti da assegnare) nelle realtà come la Basilicata!
Quali sono dunque i nostri numeri? Sulla base dei potenziali utenti e degli edifici disponibili, quante posti da attivare? E dunque, quali iniziative di specializzazione per le/i maestre/i da assumere? Con quali procedure? Di questo evento hanno scritto soltanto due giornali meridionali, Il Mattino e il Quotidiano del Sud (forse perché, si sottovaluta l’importanza della formazione individuale e sociale sui processi di sviluppo); ma cosa fanno la Regione e gli stessi Comuni per prepararsi a questa autentica manna?
Quanto all’altra possibilità (uno spiraglio), si tratta di una proposta legislativa da esaminare e forse da integrare, con una dotazione finanziaria da definire. Ma senz’altro meritevole della riapertura dell’impegno sulla Occupazione giovanile, circa la quale in Basilicata si son maturate esperienze sia con la legge nazionale n. 285/76 sia con la regionale n. 32 del 1985. Questa era orientata “alla promozione di una nuova imprenditorialità, allo sviluppo del terziario qualificato ed alla elevazione della qualità della vita”; la nuova proposta da approvare “a favore delle giovani generazioni e di contrasto allo spopolamento demografico”. Potrebbero dunque conciliarsi in una qualche misura, atteso che si tratta di materia che richiede molte risorse, sperimentale e dunque molto complessa.
La proposta Pd punta giustamente sull’istruzione, prevedendo sostegni agli studenti in loco, sia universitari che del livello secondario …. E che apre-con intuito realistico-al recupero dei centri storici, alla loro riqualificazione urbana anche con il sostegno ai servizi, persino allo sviluppo della digitalizzazione per il lavoro a distanza (appunto, per la qualità della vita) ed al bonus affitto casa. Giunge addirittura agli sconti sia su tasse nazionali (forse complicato) che su quelle regionali (più realistico).
Ci sarà insomma, da lavorare molto su questa proposta, ma lungo una strada che merita sia percorsa anche coinvolgendo i vari Dipartimenti (Agricoltura già in campo con qualche “bando”, Formazione professionale che dovrebbe uscire dal letargo perché centrale in questa materia) e le Associazioni giovanili, come avvenne per le due leggi citate. Forse sarà rivisitando il passato, che utilizzò ampiamente il Fondo sociale europeo.
Insomma, due progetti, dei quali uno già “scaricato a terra” per quanto riguarda i presupposti normativi e l’altro che può aprire un ampio confronto sociale, anzitutto tra i giovani.
Fidiamo che, una volta tanto, le opportunità diventino occasioni concrete! ns"
*Già Parlamentare e Sottosegretario
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