- Da www.ildubbio.it news -
LA STORIA DI MAURIZIO SCALA : DA PENSIONATO A SACERDOTE
Maurizio Scala, pensionato, vedovo, nonno di due bambine e una
vocazione che nasce dall'esperienza di 45 anni con Sant'Egidio. Oggi la
sua ordinazione a Genova.
Sabato 27 novembre 2021
Per la celebrazione, presieduta dall’arcivescovo di Bologna card. Matteo Zuppi e concelebrata dall’arcivescovo Vincenzo Paglia,
presidente della pontificia accademia per la vita e da numerosi
sacerdoti, si sono raccolte nella basilica dell’Annunziata, storica sede
della comunità cattolica nel capoluogo ligure, quasi 500 persone. Tra
loro, oltre al fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi e al presidente Marco Impagliazzo, molti amici, quei poveri che don Maurizio incontra tutte le sere nel servizio ai senza dimora a Genova.
LA STORIA DI DON MAURIZIO SCALA
Dopo aver contribuito a creare il gruppo della Comunità di Sant’Egidio a Genova,
alla fine degli anni Settanta, Maurizio Scala ha saputo tenere insieme
l’impegno accanto ai poveri, la formazione dei giovani, il supporto alla
formazione e alla crescita dei gruppi di Sant’Egidio in altre città del Nord Italia,
la formazione spirituale. Anche la lunga malattia della moglie, che
Momo ha curato in casa fino all’ultimo momento, non gli ha impedito di
rimanere un riferimento per i giovani e gli adulti della Comunità in Liguria.
Dopo essere rimasto vedovo, don Maurizio ha intrapreso il nuovo
percorso di formazione fino all’ordinazione sacerdotale di oggi.
IL CARDINALE ZUPPI PARLA DELLA SCELTA DI DON MAURIZIO SCALA
«La scelta di Momo – ha detto il cardinale Zuppi – è arrivata in modo
sorprendente, in una stagione della vita in cui generalmente contano di
più i bilanci che i progetti». Raggiante, il nuovo sacerdote Maurizio Scala
ha ricordato come la sua vocazione sia nata dalla lunga esperienza di
incontro coni poveri insieme a Sant’Egidio: «vorrei tenere insieme il
sacramento dell’altare con quello dei poveri – spiega – perché essere
sacerdote vuol dire per me fare sentire la vicinanza di Dio a tutti, soprattutto a chi sente il peso delle ferite della vita».
Nessun commento:
Posta un commento