Articolo di Nicola SAVINO*
"Con ben collaudato acume, Nino Grasso coglie la difficoltà in cui si dibatte il Generale quando dichiara “che i giovani (sono) andati altrove a formarsi”. Perché ammette che la Regione, cui la Costituzione assegna la competenza dell’<istruzione artigiana e professionale>, semplicemente ignora questo suo preciso obbligo: che vale anche per tutti i post diplomati! Le competenze che gl’imprenditori si attendono dagli Istituti tecnici statali (richieste al Don Bosco, dallo stesso Presidente Bonomi) potrebbero dunque prepararsi in Regione.
Questo dettaglio basta per comprendere le difficoltà in cui si è cacciato il Generale, che continua ad importare “aiutanti di campo” ed prendersela con i suoi predecessori; e che invece potrebbe rilanciare il settore, utilizzando il Fondo Sociale Europeo!
Nel famoso e ritardato “Piano di sviluppo regionale” (che immagino continui ad ignorare la Mozione Camera del 1991- Autosole/Adriatica- nonostante il recente OdG consiliare) c’è per i giovani lucani la possibilità di prepararsi alle opportunità man mano offerte dal mercato (mutevole e perciò regionale)? Previste anzitutto nella PA e non soltanto con i nidi d’infanzia- destinati ad aumentare sul nostro territorio almeno fino al 33% del fabbisogno- ma anche per le attività tecniche di Enti locali e Regioni.
Dal Ministro Brunetta sul Dubbio del 26/11 <nel prossimo quinquennio 1- 1,3 milioni di forza lavoro variamente specializzata ..con contratti a termine.. a fine quinquennio… la legge prevede (siano) assorbiti..con una procedura concorsuale. Dal prossimo anno, avremo circa 100/120 mila nuove assunzioni secondo qualifiche specialistiche ..e 500-600 mila nuovi assunti nei prossimi 5 anni>.
Ebbene, conosciamo queste qualifiche? Se non prepariamo i nostri giovani, le assunzioni avverranno altrove, e di lì “ripopoleranno” i nostri Uffici; cosa cui si è preso gusto e che- in sé- non guasta, ma che costringe i nostri ancora ad emigrare, (anche se ancora “fertili”), e già per la formazione!
Insomma, il nostro Presidente dichiara che la Formazione Professionale regionale non è più di moda? Mi si consenta allora di ricordare che “ai miei tempi” tutte le antenne erano tese per cogliere le informazioni necessarie a predisporre i programmi e le stesse iniziative politiche; tant’è che con la sola legge 285/77 si sistemarono non 980 unità (quante assegnateci dal Ministero del lavoro), ma oltre 3.000, delle quali circa 300 dal MiBaC previa istituzione della Biblioteca nazionale e di Musei (doppio vantaggio, servizi ed occupazione!).
Un piccolo esercito che in questi anni ha retto la nostra PA, evitandoci una crisi più acuta; la quale però ora esplode con i pensionamenti e con le chiusure (anche a danno del Turismo, nel caso di Maratea e Rivello): mentre la Regione nemmeno muove un dito (pur con i Suoi amici al Governo!) Oppure i Responsabili “importati” -nonostante le ricorrenti dimissioni del loro pur bravo Assessore-non conoscono il Fondo Sociale Europeo (FSE)?
Come spiegare diversamente che per il nostro maggiore problema (occupazione, servizi, sviluppo), nonostante offerte nella PA e richieste degl’Imprenditori, ci si rifugia (per distrarci?) negli addebiti agli “antenati”? Sono stati ormai sconfitti e rimpiazzati, non possono certo resuscitare! Pagata la frittata da chi l’ha fatta, ora si tratterebbe semplicemente di non farne un’altra ed ancora più grande!
E però, nonostante la “colonizzazione burocratica”, gli “innovatori sono forse a tal punto disorientati da non aver nemmeno consapevolezza delle competenze da esercitare: avendo persino smarrito il filo delle buone pratiche (la 32/85 per l’occupazione giovanile, il cui l’art 8 per l’artigianato; nel ’79, edifici onnicomprensivi degl’indirizzi a scala distrettuale per favorire la flessibilità formativa ecc.).
Avrà anche pesato il pensionamento di non pochi Dirigenti, non compensati con le “importazioni”, e che verso i più giovani sia prevalso il sospetto d’infedeltà. Da cui la “furia iconoclasta” o persecuzione di “figure emergenti” nei faticosi incarichi! Altro fattore d’isolamento e altra causa di disinformazione, che si è sommata alla discrasia tra le esperienze personali dei “nuovi” ed il ruolo istituzionale preteso!
Un ginepraio d’inclinazioni pettegole, che per un verso ha spaventato i Funzionari e per l’altro ridotto la politica a scontri sul “giorno per giorno”, all’ aritmetica ..muscolare. Non alleanze per capir almeno il necessario a decidere nell’interesse generale, ma lancio di fascicoli in Consiglio e di attributi tipo “strega -bastarda” in Commissione: a colpevoli di progettare con successo e perciò di considerazione sulla stampa! Di qui, “ i disincarichi” per vendette ed antipatie da cui spreco di esperienze, di capacità e relazioni professionali! Suburra e resa alla quotidianità: indulgenza alla bagarre, da cui il Generale si sarà sentito tanto fuori da rifugiarsi nelle recriminazioni!
Se ne tornerà in Campania o riparerà a Roma? Ma intanto i Lucani dove potranno rifugiarsi, dal momento che mancano sia del “cambiamento” da Lui preannunciato, sia della possibilità stessa che si “cambi il Suo”?
(Ps. Questo scritto può valere come pro memoria-contributo al famoso “Piano”?) ns"
*Già Parlamentare e Sottosegretario
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