Sarà possibile, entro qualche anno, l’alternativa all’attuale assetto di potere, che, emergente in Regione, è sostanzialmente padrona della Basilicata?
Da tempo vince con lo slogan del rinnovamento, ma-di fatto- lungo il canale della “mediocrità”, è di gruppi che, interessati soltanto a galleggiare, si articolavano come seguaci di partiti con ideologia e programmi elaborati con molto studio e confronto. Dai quali emergeva chi fosse in grado di affrontare i problemi in una prospettiva d’interesse comune e si preparava a confronti anche di livello nazionale.
Invece ora (ma non soltanto da ora!) la dimensione “partito” ha cessato di produrre progetti e formare personalità per il “bene comune”, e si è trasformata in organizzazione di particolarismi (posto, favore, guadagno, carriera, licenza, bonus etc). Sicché, l’obiettivo principe per il successo essendo la caccia al consenso, emerge come “politico” chi é bravo a raccoglierlo: cosa per la quale basta la “mediocrità” dell’<uno vale uno>.
Si è così consolidata la tendenza che già serpeggiava da tempo nei “vecchi” partiti e che si manifestava con il fenomeno delle tessere false, col familismo e così via. Una tendenza ch’è man mano divenuta vincente a partire dall’89, paradossalmente con la stagione di Mani pulite, che ha privato i partiti di ogni residua capacità di controllo e di organizzazione contro le infiltrazioni affaristiche.
L’89 fu perciò l’anno di nascita della sottomissione della politica alla magistratura, della degenerazione degli equilibri costituzionali e della fine dei partiti, che, infatti, ottusamente e forse perché già inquinati, rifiutarono di autoregolamentarsi con l’articolo 49 della Carta.
Giunti ora di fronte a problemi di enorme complessità e passati dall’ “illegalità per finanziare i partiti…a partiti che finanziano l’illegalità” (Claudio Martelli, Skay 24 del 15/2) , non siamo in grado di fronteggiare la fase storica con “i soltanto bravi a raccogliere voti”!
Questa mi sembra la situazione di fatto, con l’aggravante di una Basilicata più in crisi che dopo il terremoto dell’80, perché a differenza di allora, il resto del Paese e del Pianeta non sono in grado di aiutarci; e perciò ciascuno dovrebbe saper fare la propria parte.
Siamo in una crisi planetaria definita “multi disciplinare, sia sanitaria che economica e sociale che diventa politica giuridica .. cooperativa.. psicologica..” (e che) ha come conseguenza diretta l’assenza di una guida affidabile” (Paolo Giordano, Corsera del 14/2). Secondo Luciano Fontana (ibidem s. dì) una guida siffatta dovrebbe saperci far uscire “dal deserto della vita democratica” e farci superare la crisi.
Del resto, non è soltanto da ora che il sottosviluppo meridionale ha una delle sue cause maggiori nel livello della Classe dirigente; la quale, quando è stata all’altezza dei problemi, come nella prima fase della Cassa per il Mezzogiorno (Pescatore etc), ha effettivamente ridotto il divario Nord/Sud… Con l’aggravante che, ripeto, la crisi non è soltanto nel Sud, e nemmeno di tutto il Paese ma dell’intero Pianeta!
E dunque, cosa sarebbe necessario per non perdere il treno e non aggravare il nostro divario?
I leader di maggior livello che oggi siedono in Regione dovrebbero candidarsi al Parlamento e liberare al più presto il campo, inducendo un turno anticipato per il rinnovamento. E qui, tutti coloro che si occupano dei “partiti” e dei “movimenti” attuali, dovrebbero esser capaci- per il bene della nostra piccola Res publica- d’individuare (un po’concordemente, sul tipo dell’alleanza nazionale) un Draghi lucano e, con il suo indirizzo, una squadra di politici adatti a perseguire l’interesse generale.
Dunque non a caccia di voti e consenso per la successiva legislatura. Una figura tipo Cincinnato, chiamato esclusivamente a salvare il salvabile della Res Publica, non un dictator ovviamente ma un Politico di prestigio e con relazioni nazionali, dotato di esperienza trasparenza e collaudata ispirazione morale.
Se gli Ex fossero richiesti di un parere, mio candidato sarebbe Gianpaolo D’Andrea, le cui qualità sono state ben confermate dall’intervista in Prima serata sul Canale 2000 di sabato 12/2 u.s. Per integrare la determinazione della Equipe, vedrei al suo fianco Tonio Boccia, come vice e delegato alla funzionalità territoriale (apparati ed enti), di modo che il resto delle deleghe andrebbe alle formazioni diverse dalla Ex DC .
Nel caso in cui la partenza per questa grande alleanza non riuscisse, spetterebbe a coloro che invece la condividessero prepararsi da subito alle prossime regionali, intanto che i partiti lucani provvedessero a riformarsi: a far crescere nuove generazioni di politici già applicando autonomamente la seconda parte dell’art 49 della Carta.
Una proposta …strana? A mali estremi, estremi rimedi! Credo occorra da subito combattere il nulla -che dilaga- e che-di questo passo- non costruirebbe alcuna alternativa per il futuro!! ns
*Già Parlamentare e Sottosegretario di Stato
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