martedì 8 febbraio 2022

TEMI ATTUALI

                                                     -  Articolo  di  Nicola  Savino*  -

 

Tre temi mi sembrano attuali, dei quali quello delle gare per assegnare finanziamenti riguarda immediatamente il Mezzogiorno e la nostra Regione. Chi è l’autore di questa invenzione? Come evidenziato da Nino Grasso, Columnist della Nuova, e lamentato energicamente su Controsenso da Maria Di Lascio, Sindaca Di Lagonegro, si tratta di una procedura che apre spazi enormi di discrezionalità. Esistono commissioni di valutazione? Chi le nomina? Se dalle Giunte regionali, con quali strumenti le Minoranze e le diverse Aree potranno controllare? Se fosse anche il metodo per ripartire finanziamenti tra Nord e Sud, giurerei che l ’ hanno inventata i Parlamentari del Nord, che, sempre approfittando delle “nostre” distrazioni, ci fregano puntualmente e spesso in modo che ce accorgiamo dopo! La gara di 20 milioni per uno soltanto dei Borghi lucani- tutti alla “canna del gas” e che sopravvivono alla “men peggio”- è quanto meno una distrazione dal fatto che avrebbero tutti bisogno di forte sostegno e che urge un piano ben finanziato per tutti. In più, con quali tecnici si confezionerà la “proposta” se- di quei che sono andati al concorso nazionale- nemmeno uno ha scelto Lagonegro, come attesta la Sindaca? Immaginate chi sceglierebbe Fardella o Corleto, persino difficili da raggiungere con strade rotabili o ferroviarie…! Bene che-per la progettazione- le due Province pare stiano provvedendo con una squadra di tecnici dalle varie competenze; ma non è già tardi per una scadenza di metà marzo? Al fondo, questa strada delle gare mette i poveri l’uno contro l’altro e nasconde le responsabilità politiche (di quelli che dovessero sotto sotto “giostrare”); favorisce –tra i piccoli e deboli- quelli che siano meno in difficoltà per la progettazione; vellica il campanilismo. Le Regioni, ove mai abbiano partecipato alla scelta di questo metodo nel Comitato in cui s’incontrano con lo Stato (ch’è sempre tardi da sopprimere e sostituire!) avrebbero dovuto assumersi anche l’onere di scegliere il comune: dibattendo e motivando apertamente l’assegnazione sulla base delle finalità, che, zona per zona, avessero già deciso nel programma di legislatura. E dunque, la gara equivale al lancio del cibo in un recinto di affamati, nasconde le responsabilità politiche, rilancia il campanilismo e non incoraggia di certo all’aggregazione intercomunale (sempre più necessaria!). E dunque porta allo sgomento! Speriamo lo si cambi per il futuro… se ci saranno altri soldi!

Il secondo tema, è degli studenti che si ribellano contro il recupero delle prove scritte nell’esame di Stato: troppo presto per tornare alla normalità, cioè allo studio. Il problema è che la Scuola non può continuare a vivere nell’emergenza, perché già ai concorsi per la Magistratura e l’abilitazione alla professione forense si sono registrati risultati scandalosi, per la Prima di ammessi al 50% e per l’altra al 6%! Se questo avviene per le professioni che sono un po’ tipiche di famiglie con medio reddito, cosa mai starà accadendo in quelle con aspirazioni che non ritengono l’apprendimento come il più grande vantaggio individuale e sociale? E nella Scuola stessa, dove da tempo le assunzioni (poi sistemazioni) avvengono quasi mai con prove ma più spesso per punteggio? E s’è così, esattamente così, nel volgere di un paio di decenni, quale sia la Comunità, non resta priva di dirigenti all’altezza delle esigenze? Forse è l’ora di stabilire una valutazione “per fasce”, nel senso che al rifiuto di qualche prova corrisponda un voto non superiore a 70 su 100 ed a seguire. Con la conseguenza, a ben riflettere, che la volontaria esclusione da talune occupazioni e dunque l’accettazione di retribuzioni basse, determina la fuga dei migliori verso quelle doppie o triple, cioè all’estero. Insomma, il circuito da decadenza! Uno slogan recente dice che <il lavoro crea il futuro>; la logica ed i fatti mostrano che <è lo studio che crea il lavoro>. Ne terranno conto i giovani e stringeranno i denti? 

Il terzo tema riguarda la richiesta di elezione diretta del Capo dello Stato in uno con la condivisione del suo esito. Non è contraddittorio che si sia ad un tempo felici della conferma di Mattarella, ma avversi al sistema con il quale è stato scelto? Il Conclave, da millenni adottato dalla Chiesa, si basa sulla convinzione che lo Spirito Santo illumini i Cardinali. Ebbene, anche se non si crede al “santo”, tuttavia è evidente che lo spirito-  cioè l’opinione prevalente dall’incontro e dalla discussione tra un certo numero di persone-è indispensabile per scegliere (più che eleggere) chi “rappresenta l’unità nazionale” (art 87, 1^ c. CC). Da qualche secolo, si è mai sentito dell’elezione diretta del Papa? Potremmo di certo selezionare meglio i nostri “cardinali” e ridurre la durata della carica (per consentire una sola rielezione); ma senza cambiare il metodo ch’è indispensabile per “scegliere”! ns    

                                                             *Già   Parlamentare e Sottosegretario di Stato

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