Si tratta di un'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig, attuata in Europa già dal 1992 e consistente in un piccolo blocco quadrato di pietra (10×10 cm),
ricoperto di ottone lucente, posto davanti la porta della casa nella
quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti:
ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte.
In Italia da tempo sono state e sono deposte "PIETRE D'INCIAMPO" in un numero crescente di Comuni con l'obiettivo di dar vita ad un inciampo emotivo e mentale, non fisico, per mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista nel luogo simbolo della vita quotidiana – la loro casa – , ma anche in altro luogo simbolo, invitando allo stesso tempo chi passa a riflettere per non dimenticare.
Tra le vittime, cui possono essere dedicate, vi sono anche 650.000 IMI (Internati Militari Italiani) che, dopo l'8 settembre '43 e dopo la loro cattura, si rifiutarono di continuare la guerra al fianco dei nazifascisti e scelsero volontariamente la prigionia nei lager tedeschi, dove la maggior parte trovò la morte. Si trattava di giovani militari che dettero così vita ad una forma di Resistenza ancora poco nota, cui Alessandro Natta, che l'aveva personalmente vissuta, ha dedicato un libro dal titolo "L'altra Resistenza".
Di seguito una mappa relativa alla diffusione delle "Pietre d'Inciampo" in Italia:
La mappa rende evidente la scarsa diffusione di tali "Pietre" nel nostro Mezzogiorno, ove pur numerosi sono i casi per i quali possono trovare idonea collocazione, per non dimenticare quanti non hanno fatto più ritorno al loro paese. Tra questi vi sono, come da ricerca del Prof. Francesco Mandarano e come già scritto in recenti post su questo blog, anche tre soldati IMI di Maratea, per i quali mi auguro si possa provvedere:
Brando Gennaro, classe 1916 - Giffuni Domenico, classe 1915 - Panza Giuseppe, classe 1922 (un quarto soldato, Cernicchiaro Giulio, classe 1915, deceduto il 2/4/1944 a Wehrsdorf in Germania, è sepolto nel Cimitero di Maratea).
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