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Editoriale
PENA DI MORTE E PENA DI VITA
di Attilio Tempestini 24/02/2022
Perché mai cioè, se la vita è un diritto e la morte non va somministrata, la S. Sede mai l'abbiamo vista scendere in campo contro la pena di morte? Si prenda il caso degli Stati Uniti: dove l'episcopato critica Biden, poiché questi non si schiera contro l'aborto, ma nulla ha avuto da ridire sul notevole numero di esecuzioni capitali avutosi negli ultimi tempi, della presidenza Trump. Insomma, si ritiene che l'embrione abbia tanto diritto alla vita, quanto le persone che vedono la luce: e poi ci si disinteressa di quando, ad una persona, tale diritto viene negato per effetto di una sentenza.
Ancor più paradossale è la situazione se, accanto alla pena di morte, consideriamo appunto l'eutanasia. Intesa (come dall'attuale dibattito, in Italia) nel senso di una possibilità per chi soffre pene di accertata insopportabilità ed incurabilità, di imboccare un percorso medicalmente assistito per porre fine alla propria vita. Orbene, tale morte qualificabile come autonoma, vale a dire derivante dalla propria decisione di uscire da quella che può dirsi una pena di vita, la Chiesa la ritiene inammissibile. Mentre su una morte eteronoma, alla quale una persona vada incontro per decisione altrui -pur sempre soggetta per di più, al rischio di un errore giudiziario-, non risultano da parte della Chiesa obiezioni di principio e prese di posizione. Naturalmente, nel nostro paese oggi la pena di morte non esiste; ma chi potrebbe sostenere che la Chiesa si è fatta parte attiva, per la sua abolizione?
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