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PUTIN. CI E’ O CI FA?
Lidia Lavecchia |
Vladimir Putin è stato il capo del KGB, l’intelligence più organizzata del mondo neanche minimamente paragonabile ad altre strutture del genere. Nei servizi segreti, ogni attività che si compie è finalizzata e calcolata nei minimi termini. Non sono ammessi colpi di testa. Questo è sicuro. E Putin viene da quella formazione. Un capo dei servizi segreti agisce sempre con lucidità e puntualità perché ha in mano le sorti economiche, politiche e sociali del paese. Paese che è chiamato a tutelare contro ogni nemico, “con licenza di uccidere”. Ogni Russo, fin dalla nascita, impara sulla cartina geografica a riconoscere ogni singolo metro quadrato della sua nazione, considerandola orgogliosamente sua madre patria. Niente a che vedere con la cultura occidentale che oltre tutto considera lo spazio e il territorio in ottica globale. Magari, a volte, da sfruttare come se non ci fosse un domani, ma non certo da difendere a tutti i costi. Pensare di risolvere la crisi tra Russia e Ucraina con mentalità e cultura occidentale, non è la scelta migliore. Commisurare sanzioni economiche al popolo russo perché si rivolti contro il suo patriarca, ne rafforzerà invece il suo personale potere.
La questione Russia va trattata con determinazione e sapienza perché in gioco non c’è solo l’economia mondiale e la riorganizzazione geopolitica del pianeta (di questo si tratta), ma la sua stessa sopravvivenza. Putin tutto questo lo sa. E non rischierà il tutto per tutto, mettendo a repentaglio i trilioni di dollari che metà del mondo occidentale gli paga (per lui contano molto più che migliaia di vite umane). Conosce anche i suoi interlocutori mondiali, però, e sa che neanche questi ultimi faranno mai nulla per interrompere relazioni commerciali con il paese più ricco del pianeta. Come si dice, le chiacchiere e le dichiarazioni stanno a zero. La guerra fa paura a chi non la conosce e la vive fin dalla nascita. Nei Balcani sembra essere una costante da sempre, mentre escludendo l’ultimo conflitto mondiale, gli occidentali non la conoscono se non per sentito dire. Putin invece oltre ad aver combattuto su tanti fronti ha anche i dossier di ogni singolo decisore, legge i loro sguardi e le frasi che utilizzano; scansiona lettera per lettera ogni parola che viene pronunciate dai leader mondiali quando parlano di guerra. Da questo punto di vista, la sua esperienza non ha eguali, viaggia su un’autostrada diplomatica che conosce perfettamente. Un oceano di informazioni in cui sguazza come uno squalo, pronto ad azzannare chiunque si metta sulla sua strada, consapevole che la paura di un conflitto mondiale sia più critica per gli eventuali “difensori”, piuttosto che sua o del suo popolo. Il suo popolo, innamorato della sua madrepatria, che non si cura di un’eventuale escalation militare, perché sa che questo danneggerebbe il resto del mondo, non la Russia. Dovrebbe saperlo anche Di Maio, lo sa di sicuro la Merkel, lo sa ovviamente Macron e lo sa anche Von der Lyen. Speriamo lo capisca anche Biden che non può credere davvero di poter riservare a Putin la stessa fine fatta fare dai suoi predecessori a Gheddafi, Saddam e altri dittatori eliminati dalle bombe alleate. Se crede questo, evidentemente non ha fatto i conti con la realtà. In queste ore serve diplomazia, intelligence e consapevolezza, misura delle parole e concentrazione. Serve agire con cognizione di causa, pensando alle azioni da compiere non dal punto di vista occidentale ma da quello sovietico.
Ma perché l’Ucraina è così importante per Putin?
Ecco come si classifica la nazione dell’Ucraina:
1° in Europa per comprovate riserve recuperabili di minerali di uranio;
2° posto in Europa e 10° posto nel mondo in termini di riserve di minerale di titanio;
2° posto al mondo in termini di riserve esplorate di minerali di manganese (2,3 miliardi di tonnellate, ovvero il 12% delle riserve mondiali);
2a più grande riserva di minerale di ferro al mondo (30 miliardi di tonnellate);
2° posto in Europa per riserve di minerale di mercurio;
3° posto in Europa (13° posto nel mondo) per riserve di shale gas (22 trilioni di metri cubi)
4° al mondo per valore totale delle risorse naturali;
7° posto al mondo per riserve di carbone (33,9 miliardi di tonnellate)
L’Ucraina è un paese agricolo:
1° in Europa per superficie a seminativo;
3° posto al mondo per superficie di suolo nero (25% del volume mondiale);
1° posto al mondo nelle esportazioni di girasole e olio di girasole;
2° posto al mondo nella produzione di orzo e 4° posto nelle esportazioni di orzo;
3° produttore e 4° esportatore di mais al mondo;
4° produttore mondiale di patate;
5° produttore di segale al mondo;
5° posto al mondo per produzione di api (75.000 tonnellate);
8° posto nel mondo nelle esportazioni di grano;
9° posto al mondo nella produzione di uova di gallina;
16° posto nel mondo nelle esportazioni di formaggi.
L’Ucraina può soddisfare il fabbisogno alimentare di 600 milioni di persone.
L’Ucraina è un paese industrializzato:
1° in Europa nella produzione di ammoniaca;
2-е Il 4° sistema di gasdotti naturale più grande d’Europa al mondo (142,5 miliardi di metri cubi di capacità di flusso di gas nell’UE);
3° in Europa e 8° al mondo per capacità installata di centrali nucleari;
3° posto in Europa e 11° nel mondo per lunghezza della rete ferroviaria (21.700 km);
3° posto al mondo (dopo Stati Uniti e Francia) nella produzione di localizzatori e apparecchiature di localizzazione;
3° esportatore di ferro al mondo
4° esportatore mondiale di turbine per centrali nucleari;
4° produttore mondiale di lanciarazzi;
4° posto al mondo nelle esportazioni di argilla
4° posto al mondo nelle esportazioni di titanio
8° posto nel mondo nelle esportazioni di minerali e concentrati;
9° posto nel mondo nelle esportazioni di prodotti dell’industria della difesa;
10° produttore di acciaio al mondo (32,4 milioni di tonnellate).
Prima di agire, quindi, è necessario avere la consapevolezza che il patriarca russo ha in testa chiaramente cosa otterrà da questa “invasione”. O una rimappatura geografica della geografia mondiale, ovviamente a suo vantaggio, oppure un ridimensionamento che consiste nel tenere lontane le Nazioni dello spettro NATO che sente con il fiato sul collo. La cosa certa è che non permetterà all’Ucraina di essere annessa d’ufficio all’Europa. Su questo non sentirà ragione e non sottrarrà i suoi cittadini da alcun sacrificio. E se l’Occidente, com’è giusto che sia, ripudia davvero la guerra e condanna le invasioni di territori da parte di nazioni su altre nazioni, deve riuscire a mettere intorno ad un tavolo tutti gli attori coinvolti in ogni singolo conflitto, anche fosse l’ultimo nell’ultimo posto al mondo, riaffermando il diritto/dovere di autodeterminazione in un’ottica di solidarietà e condivisione delle risorse senza imporre la propria (strana) idea di democrazia, credendo che sia la sola possibile in nome della quale ha partecipato, taciuto o lasciando che scoppiassero migliaia di guerre in tutto il mondo. Detto ciò, come italiani, ripudiamo ogni forma di violenza, condannando senza se e senza ma chiunque si renda responsabile di guerre e ritorsioni verso il prossimo. La guerra è una bruttura inumana a cui non si può rispondere con altrettanta forza bruta, specialmente quando si predica antiviolenza, pace e democrazia.
Aspettiamo le prossime ore per capire cosa ne sarà di noi.
Lidia Lavecchia
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