sabato 15 luglio 2023

CHIESA CATTOLICA LUCANA E ISTITUZIONI

 

             Nicola  SAVINO*

Proprio in questa primavera che s’è incuneata tra la lunga fase delle piogge e un’estate che si spera non torrida, la Chiesa cattolica lucana ha espresso la volontà di “far riflettere le istituzioni” per far emergere dalla società “domande che esigono risposta” (Mons. Ligorio su La Nuova del 27 giugno).

Il Cral -“un bel gruppo di laici cattolici della Basilicata”- ha redatto il Documento “Segni di speranza ..costruttori di futuro”, e quattro incontri si sono svolti (2 per ciascuna Città capoluogo) nella Festa di Avvenire, il giornale dei Vescovi. Per scuotere le “istituzioni che dovrebbero guardar lontano dall’ arroccamento, dal ripiegarsi su se stesse” (ibidem). Si potrebbe definirlo, nell’insieme, uno <sforzo di carità civile> che nessun’altra entità politico-sociale, salvo forse il movimento sindacale unificato, potrebbe organizzare in Basilicata: con energie intellettuali anche laiche e la discussione-approfondimento dell’attualità più bruciante, come la guerra in Ucraina- con Mons. Zuppi.

In pratica, una mobilitazione culturale e sociale molto difficilmente realizzabile in assenza di profonde radici socio- cultuali e di forte volontà a favore del Bene comune: obiettivo anche per i non credenti di <buona volontà> , esplicitamente invitati a coinvolgersi. “Non si può essere indifferenti alla storia.. all’impegno per il bene comune…per una Basilicata solidale- inclusiva- partecipata- giovane-operosa -in salute -attraente e connessa, (che acceleri) il passo degli ultimi… di attivare processi di consapevolezza. Riteniamo, come cristiani ,di dover dare un contributo a questo sogno di cambiamento.. con partecipazione  attiva alla vita pubblica e con una presenza ben visibileper salvarsi insieme…”. 

 

Ed eccoci qui al punto nodale: non soltanto “individuare sistemi per incrementare la partecipazione, la riflessione comune sui temi dello sviluppo”, ma anche per tradurli in realizzazioni nella Polis!

Il Documento Cral espone proposte per vari settori, dai Giovani al Lavoro, alla Cultura ed alla Comunicazione (forse da approfondire insieme alla Scuola), dalla Famiglia all’Infanzia, dall’Ambiente alla Sanità (molto “dettagliata”), persino all’ Economy de Francesco, frutto maturo dei “tavoli di ascolto”. Tutte materie su cui sono auspicabili approfondimenti, integrazioni e modifiche, sia nelle piazze e dai Sindacati che dal livello istituzionale. Affrontato anche il problema dell’Unibas, partendo dall’ osservazione che “i conflitti (sic!) solo se governati impongono energia al cammino ”; - ch’ “è difficile un’offerta formativa competitiva (se) divergenti (gli orientamenti) dalle reali possibilità di lavoro e in assenza di accordi sui programmi tra sedi universitarie (vicine);- necessarie “le agevolazioni ai Figli di Lucani nel mondo (che li) incoraggerebbe a tornare”.. per ripopolare.

Qui, su questo versante cruciale, a chi scrive è forse sfuggita la trattazione del fenomeno dell’immigrazione, che solca di tragedie il Mediterraneo; e, sul versante stesso dello sviluppo, un giudizio sulla politica dei bonus (gas etc) rispetto agli obiettivi di giustizia ed equità. Altrettanto circa la centralità della questione giovanile e del suo rapporto con la carenza di lavoro. Invece, molto approfondito il ruolo del Terzo settore, che “vivo per la promozione umana (abbisogna) di politiche..(di sostegno, la cui  carenza) lo ha retrocesso da  90 mln a 43 di fatturato (sicché delle 137 vincitrici dell’ultimo bando ..nessuna è lucana”; e l’assistenza agli anziani.. dotata da noi di 1,4 posti letto su 16 di media nazionale”, Ebbene, oltre le questioni specifiche, rileva anzitutto la sottolineatura che occorre “una reale rivoluzione valoriale.. una nuova stagione d’impegno ..soprattutto da uomini e donne non compromessi con logiche perverse e discriminanti di potere”.

Il Mondo cattolico ha dato al Paese la sua rinascita post bellica, la ricostruzione e la democrazia attraverso la Dc, un Partito la cui presenza ed organizzazione furono determinanti. Requisiti tanto più necessari oggi per una nuova classe dirigente, preparata e <di servizio>. Quando il Documento propone d’“individuare sistemi per incrementare la partecipazione” e quindi la formazione ..”di uomini.. donne non compromessi> vuol dunque riferirsi al risanamento e alla ricostruzione dei Partiti, al pieno rispetto della Carta (art.49) o ritiene possibili altre strade?

Il problema cruciale- in Italia e nel Mezzogiorno-risiede proprio nel <come rendere operative le proposte pur democraticamente elaborate>: il come intervenire per riabilitar gli “strumenti” di modo che i cittadini tornino ad usarli e dunque al voto! Di certo non puntando su neo-imprenditori, magari del terzo settore, al controllo di un certo numero di voti; e proprio perché si tratta-anzitutto- di superare la riduzione della Politica a “caccia del consenso”, di rilanciare il confronto fra idee-progetti e la loro attuazione… nella direzione del bene comune! 

Senza questa “traduzione” si resta in questo <frullatore sociale>, nel quale- la gran parte dei pochi che votano- lo fanno (nei casi migliori) per amicizia o parentela! Lo <sforzo di carità civile>dev’essere dunque affrancato da qualsiasi strumentalismo e proprio ad opera della/e Chiesa/e …e dei Sindacati sia dei Lavoratori che degli Imprenditori. Magari..in piena attuazione dell’art 49 della Carta! ns                     

                                       

                                                         *già Parlamentare e Sottosegretario di Stato

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