
È la sentenza n. 01043/2023 R.P.C. - n. 01098 R. Ric., pubblicata il 17/07/2023, con la quale il Tribunale amministrativo a Catanzaro (Camera di consiglio del 21 giugno 2023) ha:
-dichiarato il perdurare dell’inerzia da parte della Regione Calabria in ordine alla conclusione del procedimento avviato dalla ricorrente Co.Gi.Fe. Ambiente s.r.l. con istanza del 24-8-2020 ed ha nominato Commissario ad acta il Capo del Dipartimento Sviluppo Sostenibile del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica , con facoltà di delega ad altro dirigente del medesimo Ministero, il quale provvederà sull’istanza entro il termine indicato in motivazione, decorrente dall’istanza di parte ricorrente.
Spese compensate.
In pratica, la società ricorrente, nel suo braccio di ferro con Regione Basilicata e Regione Calabria, sembra a questo punto guadagnare un po’ di vantaggio, a fronte dell’accertata e dichiarata inerzia di quest’ultima, di difficile comprensione e giustificazione da parte di quanti fin qui si sono spesi e si spendono apertamente e pubblicamente contro la riapertura del già tristemente noto impianto di rifiuti.
Per così dire, la palla o, forse meglio, la gatta da pelare o la patata bollente, passa ora al nominato Commissario “ad acta”…, mentre le due Regioni interessate sembrano aver privilegiato la strada di un comodo temporeggiamento, per nulla risolutivo della “vexata quaestio”.
Nella Valle del Noce, nei Comuni di Tortora, Praia a mare, Maratea è ancora stato di allerta, mai sopito, in attesa degli sviluppi del caso, con ferma volontà di scendere sul piede di guerra contro prossimi, eventuali provvedimenti favorevoli alla contestata riapertura dell’impianto.
"Dopo un mese e mezzo dalla seduta conclusiva della Conferenza dei Servizi del 31 maggio scorso, anziché ricevere il provvedimento decisorio di parere definitivo sul riesame con valenza di rinnovo dell’AIA, che, se negativo, come noi riteniamo debba essere, avrebbe posto un secco blocco alla ripresa delle attività del depuratore di San Sago, ci siamo ritrovati con una sentenza del TAR per la Calabria che, su ricorso della Co.Gi.Fe. Ambiente s.r.l., dispone la nomina di un Commissario ad acta e lo individua nel Capo del Dipartimento Sviluppo Sostenibile del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Viene riconosciuta l’inerzia della Regione Calabria nel non essersi pronunciata in merito al citato rinnovo AIA entro il termine perentorio del 9 aprile 2023, stabilito con un precedente e medesimo atto dello stesso TAR del 9 dicembre 2022.
Si decreta, dunque, con sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale, l’inerzia della Regione Calabria e le viene sottratta la competenza ad esprimersi su un atto di valenza vitale per un Territorio, “Tutto”, che non vuole la riapertura di quell’impianto in quel sito, e lo ha ribadito con estrema forza in più di una forma, non ultima la manifestazione del 18 marzo durante la quale sono scese in piazza oltre mille persone.
Per inerzia della Regione, la “palla” passa, così, al più lontano, non solo in termini di spazio, Ministero dell’Ambiente di Roma.
Solo inerzia o scelta consapevole? A noi viene legittimo il sospetto che la Regione Calabria sia andata deliberatamente oltre i termini disposti dal TAR per, come Pilato, lavarsene le mani e passare ad un soggetto altro e distante il compito di assumere una decisione tutta formale e per niente POLITICA come, invece, noi chiediamo da tempo. Perché è, e deve essere, “Politico” stabilire se c’è compatibilità tra la riapertura di un impianto del genere in quel sito e le ripercussioni che potrebbero esserci sui sistemi ambientali e sulle economie di sviluppo turistico di una costa di Tre Regioni. Perché è, e deve essere, “Politico” stabilire se è prudente applicare il principio di cautela ad una situazione idrogeologica che, a causa degli effetti degli eventi climatici estremi in corso, presenta tutti gli elementi di rischio riconducibili a sempre più probabili esondazioni del Noce e/o del Pizinno.
Per allontanare ogni dubbio e ogni possibile retropensiero non legittimo, ci permettiamo di suggerire al Presidente Occhiuto di impugnare la sentenza e ricorrere contro di essa al Consiglio di Stato anche, e soprattutto, per perorare le scelte effettuate dal suo Dipartimento, confutare la poco rispettosa accusa di inerzia e riappropriarsi del dovere di dare risposte alle istanze di un Territorio che unanimemente, con i suoi Sindaci, le sue Associazioni, le sue componenti economiche chiede e richiede di non riaprire quell’impianto.
Noi, come Comitato, continueremo a farlo con le nostre azioni di contrasto, sempre più convinti che ci stiamo battendo per una causa più che giusta.
Anche noi cambieremo gli interlocutori della nostra lotta: essendo mutato il soggetto decisore, chiameremo singolarmente i Parlamentari locali ad entrare in gioco, a rappresentare al Ministro le Ragioni di Politica Ambientale ed Economica, nonché di contenimento di concreti conflitti sociali che impongono una riflessione a tutto campo sulla malaugurata possibilità di riapertura del depuratore di San Sago. Intanto, oltre al ricorso che il Comune di Tortora inoltrerà in tempi rapidi, a chi di competenza, noi torneremo, sempre senza mollare di un millimetro, in Piazza con sit-in tra la gente e con una festa/protesta – “Protesta” – contro la riapertura di quell’impianto in quel sito.
“Protestiamo” con forza, facciamo sentire alta la nostra voce, l'eco dovrà essere ascoltato ancora più lontano!
Rivendichiamo il diritto di proteggere e valorizzare il nostro Ambiente e la nostra Salute, come abbiamo sempre fatto.
Quando un Territorio prende coscienza va ascoltato!!!"
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