Nicola SAVINO*
Il Molise è accostato alla Basilicata dalle dimensioni; è perciò naturale se ne utilizzino i risultati elettorali in relazione alla nostra consultazione del prossimo anno.
Se ne trae che *- i voti dei tre Partiti di Governo (Fratelli, Forza e Lega) sommano il 36,0% ( rispetto al 46,7 nazionale, da Pagnoncelli sul Corsera del 1/7), e le le Liste alleate (Renzi. antichi Dc ed altri) ben il 22/23 %; ** sommato al 15 % degli “Altri” nel versante Pd-5S, tale “categoria”giunge al 38 in tutta la consultazione (irrilevante l’1, 4 % del Terzo):tuttavia, non pesa quasi niente ;*** se il calcolo, riferito al 48% dei votanti, si effettua sul totale degli aventi diritto al voto, la percentuale della Destra scende al 17,39 ; ****dunque, se esatti questi calcoli, gli strateghi dell’Alternativa in Basilicata, sia se polarizzati intorno al Centro che alla Sinistra, dovrebbero rivolgersi alla “platea” degli aventi diritto al voto: il 52% in fuga che- con gli Altri- arriva al 70 circa.
Non si tratta quindi di sottrarre voti alla Destra, ma di coinvolgere gli Altri minori e ridestare interesse e partecipazione dei “non più votanti”: insomma, di riconnettersi alla Maggioranza. Un quadro che, senza girotondi o affini, pone l’interrogativo circa il motivo per cui una Destra del 18% in Molise (del 23% effettivo nel Paese) riesca a conquistare la Regione e -da Essa- la Nazione.
La causa credo risalga al Tatarellum, che innescò i Governatorati con l’elezione diretta. Sicché è di questo che occorrerebbe discutere! La Chiesa lucana ha prodotto uno <sforzo di carità civile> organizzando i <Tavoli dell’incontro>; ha così aperta la discussione. Qualche giorno fa, ha tentato anche Controsenso circa le PRIMARIE, sostanziale occasione di fratture e rivalità, che rafforza il clientelismo. Al meglio, un pannicello caldo che irrobustisce la ”destrizzazione / personalizzazione” del potere regionale, sul quale ora sta crescendo il Melonismo nazionale. Le Primarie sono una “sciocchezza in sé, ma secondaria” rispetto alla “causa prima”: quella che ha sfarinato- nei e tra i Partiti- persino Gruppi e Correnti.
Chi scrive ribadisce la convinzione che la “causa prima” fu il cosiddetto Tatarellum, il quale, accettabile per i piccoli Comuni, ha man mano innescato la transizione ai Governatorati regionali. Ad una “carica” che, concentrando in una sola autorità tutto il potere, ha operato, come sperava il callido Pinuccio-vice di Berlusconi: da “irrefrenabile pomo della discordia”, dinamica disgregatrice (allora e per prima) dei partiti ch’erano al Potere fin dall’alba della Repubblica e che se ne consideravano intoccabili titolari. Dallo sbriciolamento è venuta l’auto-deposizione della Classe dirigente di allora; ma anche ora si avvia l’identica dinamica per coloro che ne hanno preso il posto! Perciò, anch’Essi dovrebbero discuterne a fondo! E’ molto probabile che dall’’elezione diretta dei Capi anche nei Partiti -derivi la rassegnazione delle “masse” e la fuga dalla Politica.
Sicché, ora occorrerebbe scuotere a fondo la società civile, pluralizzare le responsabilità e la partecipazione, riacquisire necessità al confronto! Giunti nel <peggior nulla> di governicchi per i quali democrazia è un nome, senza altra logica che quella della rincorsa-acquisto (con danaro pubblico) del consenso (bonus gas ecc), lo stesso <forzo di carità civile>- che il Cattolicesimo sta da noi producendo dovrebbe aiutare al porsi della questione dello Statuto regionale nel rispetto dell’ultimo comma dell’art.122 CC.
Il Consiglio regionale può tornare alla elezione consiliare come nello Statuto precedente e ridare dignità ai Consiglieri, dunque pluralità di voci alla Politica: abolire una carica non affine alla democrazia, di natura autocratica e semplicemente introdurre la <sfiducia costruttiva> per la stabilità del Governo.
E’ insomma tempo di una LEGISLATURA RI-COSTITUENTE, di breve durata, guidata da Chi ha mostrato capacità di governo non soltanto locale (ce ne saranno almeno 3 o 4!); il quale- come Cincinnato- s’impegni a ritirarsi dalla Regione dopo averne risanato lo Statuto. Tornerebbero le LEGISLATURE QUINQUENNALI con il Primus, che, come ai tempi di Verrastro, guidava Assessori espressione dei Gruppi; i quali, a loro volta, erano in costante raccordo con gli elettori ed i Territori .., secondo lo schema che- se mancano i Partiti- manca l’attrezzo fondamentale per la Democrazia!
Quanto alle Primarie, al tempo di Prodi, svolsero forse una funzione positiva; ma di poi giunsero ad inciuci che hanno meritato perplessità più che pesanti! Il problema è nel mutamento strutturale, nella riforma del sistema: il ritorno al rafforzamento della Democrazia partecipata ..,,,,SENZA DI CUI NON C’E’ MAGGIORANZA CHE PARTECIPI!
Se ne parli, si approfondisca, se ne ragioni: non si persista nell’errore di conservare il Governatorato per il “sogno di una grande carriera”: ma per chiuderla in bellezza o rilanciarla ad altro livello! Nel raccordo con gli elettori ed i territori c’era una “catena” di contributi, di controlli e di confronti cui la Gente partecipava! Quella dinamica è stata stroncata dal nuovo Statuto (pare del 7-11-2016), il quale ha talmente cambiato le cose che sembra trascorso un secolo! Il Molise è un’altra occasione per farci riflettere !!! Ns
*già Parlamentare e Sottosegretario di Stato
Nessun commento:
Posta un commento