Nicola SAVINO*
Mentre lo Svimez segnalava la fuga dalla scuola di un’elevata percentuali di alunni, i dati di questi giorni l’hanno confermata in Basilicata con la previsione di ben 27 Presidenze in meno. E’ perciò il momento di ampliare lo sguardo e ricordare la ricerca comparata della Fondazione Rocca: tra la Scuola italiana, quelle europee ed alcune dell’Est estremo (Giappone, Corea), circa i dati tra 2012 e 2022, a distanza di quasi dieci anni..
Il Prof. Alessandro Cavalli, già consulente della Commissione parlamentare sui giovani (91-92), ne ha ricavato una scheda (il Mulino del 9/1), di cui,-data l’incidenza della Scuola sul futuro lucano, mi provo a dare-in una estrema sintesi-i punti relativi a quattro problemi.
Tra i 70 indicatori utilizzati nel confronto, risulta che “quasi nulla è cambiato nei deficit strutturali, nonostante il cambio di una diecina di Ministri ed (in assenza) di un vero dibattito negli Organismi coinvolti” (Sindacato compreso). Quanto alle prove, nella Lettura e Comprensione dei testi, talvolta i nostri alunni di 4° elementare (9 anni) ottengono risultati migliori .. ed anche in Matematica (un po’ sotto gli europei e molto di più rispetto a giapponesi e coreani del Sud). Allarma, invece, che ai 15 anni, sia per Lingua che per Matematica, i nostri siano molto inferiori a quasi tutti i coetanei, maggiormente rispetto agli Asiatici (in questo dislivello talvolta accompagnati dalla Spagna).
L’indagine si articola su quattro versanti.
*PRIMO, GLI APPRENDIMENTI. Regge al confronto la Primaria, ma i guai cominciano nella Media, quando i “professori” subentrano ai “maestri”! Muta la preparazione socio-psico-pedagogica e didattica (carente nei primi) e l’organizzazione dell’insegnamento, che- da (quasi) unitaria nelle Elementari- si divide per “materie” nelle Secondarie; proprio mentre gli allievi affrontano man mano l’adolescenza. Sarebbe perciò necessario “ripensare i cicli” ed approfondire il “passaggio” con l’aiuto di Esperti. (Meglio l’insegnante unico? La sua sostituzione per materie rispose ad un’esigenza didattica o invece sindacale?)
*SECONDO, LA FORMAZIONE DEGL’INSEGNANTI DALLA MEDIA IN SU. Da integrare per la preparazione all’interdisciplinarità, essenziale per apprendere un “fatto” o “concetto”, cioè per coglierne e collegarne gli aspetti ( o facce), ciascuna trattata da diversa disciplina (processo fondamentale della sintesi o comprensione). I Professori notoriamente più bravi dovrebbero “addestrare” sul campo e impostare la suddetta preparazione per i futuri Docenti. Perciò, riduzione sia del numero degl’insegnanti di sostegno, e quindi del rapporto numerico con gli alunni, sia della precarietà. La quale, insieme agli stipendi bassi, non attira i “migliori” ad un impegno tanto delicato e difficile. Necessita, dunque, adeguare la formazione universitaria e la selezione; nonché le politiche sindacali, da finalizzare non più alla “sistemazione” ma alla qualificazione.
*TERZO, LA SPACCATURA TERRITORIALE. Il Meridione e le Isole sono “stabilmente negli ultimi posti per Italiano, Matematica, Inglese… ed il divario cresce passando alla Media inferiore e sup.”. Effetti del Covid-19 più pesanti a Sud e con maggiore dispersione per le donne. Più numerosi i NEET (coloro che non studiano né imparano un mestiere né lavorano), ai quali si aggiungono i diplomati con il “minimo” nelle suddette discipline (in una percentuale del 16% in Calabria rispetto all’1% in provincia di Trento). La spesa per l’Istruzione si segnala per il divario maggiore; in più, la situazione è tale che se aumentassero laureati e diplomati, emigrerebbero come avviene da decenni. Necessita Istituire asili nodo e scuole per l’infanzia (Lep). Mentre a Nord ed al Centro, gli asili coprono una quota di oltre il 20% degli aventi diritto da 0 a 3 anni, a Sud e nelle Isole si scende a meno della metà (9%). “Tra i 3 e i 6 anni, c’è addirittura carenza di domanda: le famiglie evitano di mandare i figli: non ne sentono il bisogno perché non c’è offerta: occorre strutturare la consuetudine. Il tutto, non favorisce certo l’occupazione femminile” (Cosa prevede il PNRR per tutto questo?)
*QUARTO, LA SPESA PER L’ISTRUZIONE. In Italia è il 4% del Pil, del 4,9 in Germania e del 5,5 in Francia. Attenzione! Sebbene inferiore, la nostra spesa è allineata a quella pro capite per studenti primari degli altri Paesi, ma risulta un po’ “sotto” la media europea per la secondaria. Come spiegare questo (pur grave) dislivello generale?
*CONCLUSIONE. Abbiamo in Italia troppi Docenti e contemporaneamente retribuzioni troppo basse! 11,4 alunni per docente nella primaria a fronte di 18,8 in Francia e 15,1 in Germania; 10,5 da noi nella secondaria contro 13 in Francia e 12,8 in Germania.
E’ vero che la pluralità dei piccoli plessi potrebbe influire su questo dato- Perciò la “ricerca” considera la Scuola Italiana “da sempre piuttosto finalizzata a combattere la disoccupazione” di laureati, soprattutto donne (privi di altri sbocchi da conciliare con la famiglia). Sicché ripensare il rapporto docente-alunni per classe, secondo lo standard europeo, potrebbe consentire di adeguare le retribuzioni.
Alcuni dati sono migliorati dal 2012 al 2022: i senza terza media sono scesi dal 28 al 22 % , livello inferiore che in Francia e Germania, ma uguale alla Spagna.
In definitiva, poiché il dato finale è che IL LIVELLO CULTURALE DELLE POPOLAZIONI RESTA TROPPO BASSO RISPETTO AGLI ONERI DELLA PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA, la conclusione del Prof Cavalli si concentra in questa domanda “coloro che si appellano all’0rgoglio nazionale …se ne renderanno conto?”
Alla sua ci permettiamo aggiungere altra circa il PNRR: con quali dimensioni ed obiettivi qualitativi Esso opererà in Basilicata e secondo quali linee?>Non sarebbe forse opportuna una Conferenza Regionale (o due provinciali) per un’adeguata programmazione? Se le Sedi diventeranno meno numerose e più grandi, non sarà anche necessario ridisegnarne la distribuzione con un processo democratico che tenga conto delle preesistenze e del sistema trasporti?
Anche i recentissimi dati dimostrano che occorrono, e tempestivamente, modifiche strutturali e dunque confronti a livello zonale: per individuare- sul versante organizzativo e logistico, le soluzioni più opportune ! ns
*già Parlamentare e Sottosegretario di Stato
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